martedì 22 settembre 2009

Processo Dell'Utri: l'imputato scomodato

Giovedi 17 settembre si e' conclusa l'udienza del processo Dell'Utri. E' il quinto appuntamento di questa vicenda che pubblico sul blog e che vede coinvolto Marcello Dell'Utri, fondatore di Forza Italia e senatore del Popolo della Libertà. Riporto di seguito il testo del video.

Testo dell'intervento

Il figlio dell’ex Sindaco di Palermo, Massimo Ciancimino, non sarà ascoltato nell’ambito del processo d’Appello a carico del Senatore del Popolo della Libertà, Marcello Dell’Utri, condannato in primo grado a nove anni e 6 mesi di reclusione per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Il processo è ripreso a Palermo, dopo la pausa estiva.

Nella scorsa udienza del 10 luglio 2009 era previsto che il Procuratore Generale Antonino Gatto cominciasse la sua requisitoria, ma il giorno prima aveva depositato la richiesta di ascoltare, in qualità di persona imputata di reato connesso Massimo Ciancimino. Il figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo, Vito.

Il PG Gatto aveva chiesto alla seconda sezione penale della Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Carlo Dall’Acqua, di ascoltare Massimo Ciancimino perché i Carabinieri di Palermo, nel corso di una perquisizione risalente al 17 febbraio del 2005, all’interno di un garage nella sua disponibilità, in via Margherito Brindisi, avevano trovato un “pizzino”, scritto con il quale Bernardo Provenzano chiedeva ad un tale “onorevole” di “mettere a disposizione le proprie reti televisive” per scongiurare “un luttuoso evento”.

Il “tale onorevole” sarebbe stato, secondo Ciancimino Junior, Silvio Berlusconi. E Provenzano avrebbe dovuto fare avere questo messaggio tramite Vito Ciancimino al suo più stretto collaboratore: Marcello Dell’Utri.

La cui difesa, composta dagli avvocati Di Peri, Mormino, Federico e Sammarco, nell’udienza che si è svolta nella mattina di giovedì 17 settembre, si è opposta alla richiesta del PG di interrogare Ciancimino in questo processo.

E la Corte ha respinto la richiesta di ascoltare Ciancimino Jr. perché – si legge nell’ordinanza (leggi) – firmata da Claudio Dall’Acqua, Salvatore Barresi e Sergio La Commare, - "dalle dichiarazioni esibite finora rese da Massimo Ciancimino non emergono condotte e fatti riconducibili a Dell'Utri che siano suscettibili di utile rilievo e apprezzamento processuale"- e perché le dichiarazioni di Ciancimino sarebbero "confuse e contraddittorie" in merito alle sue “conoscenze in ordine ai fatti ed alle circostanze” relative al contenuto del “pizzino”.

La corte ha oltretutto ravvisato che il periodo temporale in cui la richiesta sarebbe stata redatta contrastasse con l’appellativo “onorevole” rivolto a Berlusconi poiché, nel 1992, questi non era ancora stato eletto al Parlamento.

I Giudici hanno sostanzialmente riproposto, ancora una volta, accogliendo le istanze dei difensori di Dell’Utri, il “principio di presunzione di completezza dell’indagine probatoria del giudizio di primo grado”, vale a dire il principio secondo il quale viene considerata completata la raccolta delle prove a carico dell’imputato già nel precedente processo. Che ha comunque visto l’imputato Marcello Dell’Utri condannato a 9 anni e 6 mesi di reclusione, lo ricordiamo, per concorso esterno in associazione mafiosa.

Sempre per questo motivo, in precedenza, la corte ha rigettato la richiesta del Procuratore Generale Nino Gatto di ascoltare l’ex capomafia di Altofonte, Francesco di Carlo, al quale voleva chiedere il nome di una persona presente con lui e Dell’Utri ad un incontro avvenuto avvenuto a Milano.
Rifiutata anche la richiesta di acquisire le conversazioni tra Dell’Utri ed alcuni soggetti vicini al clan della ‘ndrangheta di Gioia Tauro, Piromalli.

Terminata la lettura dell’ordinanza il Presidente Dall’Acqua ha chiesto al Procuratore Generale di cominciare la sua requisitoria nonostante la richiesta di Gatto di rinviarla. Prossima udienza venerdì 25 settembre.

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