La questione contingente dei cambiamenti climatici, con l’impegnativa sfida di ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, ha da tempo evidenziato una urgente necessità, quella di limitare il più possibile, l'impiego delle fonti fossili di energia come il carbone ed il petrolio, ricorrendo alle fonti rinnovabili.
Questa necessità ha risvegliato negli ultimi anni l’interesse verso l’impiego delle biomasse legnose per la produzione di energia.
Nella seduta Consiliare del 9 novembre 2008, l’Amministrazione comunale di S. Vito dei Normanni, ha deliberato le “Condizioni per la realizzazione nel Comune di S. Vito dei Normanni di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili alimentato a biomasse.”
Secondo l’articolo 2 del D. lgs. N. 387 del 29-12-2003, si intende per “ fonti energetiche rinnovabili o fonti rinnovabili: le fonti energetiche rinnovabili non fossili (eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica, biomasse, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas). In particolare, per biomasse si intende: la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonche' la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”; ……
Un argomento così importante, per le conseguenze che ne derivano (inquinamento, costi di produzione, disagi ambientali) riteniamo non debba essere discusso solo in Consiglio Comunale, ma coinvolgere tutta la cittadinanza, promuovendo incontri e dibattiti.
Considerato il fatto che l’impianto per la produzione di energia elettrica è completamente nuovo, va strutturata una “filiera apposita”, al fine della valutazione di fattibilità e del dimensionamento degli impianti, coinvolgendo ad esempio; i proprietari di boschi privati e pubblici, le imprese agricole e quanti sono direttamente interessati nella produzione di biomasse, anche se stagionalmente.
Per adottare un modello di questo tipo, bisogna però che vi sia un particolare “senso della comunità”, insito nella popolazione residente, in maniera tale, che sia chiara la percezione che tutte le risorse rimangano in loco e non vengano assorbite e delocalizzate da soggetti esterni.
Le ricadute negative di ordine ambientale ed economico creerebbero ulteriori problemi.
Per non generare ulteriori inefficienze sul nostro territorio, già penalizzato da una eccessiva presenza di impianti di produzione di energia, di varia natura, “la Politica” dovrebbe garantire una sempre e maggiore collaborazione tra gestore dell’impianto, distributore del servizio e utente finale, salvaguardando la sostenibilità ambientale ed economica della nostra realtà locale.
Non risulta, che siano stati effettuati accordi, nel comprensorio considerato, tra imprese agroforestali locali, che possano garantire una fornitura di biomassa all’impianto o tra probabili utenti privati o pubblici. Nella delibera Consigliare si specifica infatti, che l’impianto dovrà utilizzare per alimentarsi “esclusivamente legno vergine”.
Temiamo che, in un futuro non molto lontano, possa verificarsi il fenomeno del “mercanteggiare” nuovamente la royaltie, l’occupazione del personale impiegato nell’impianto, pur di ottenere il nulla osta all’utilizzo di altri prodotti “biodegradabili come i rifiuti industriali e urbani”.
Sarebbe spiacevole assistere, ancora una volta passivamente, alla devastazione del nostro paesaggio e di conseguenza del patrimonio storico-artistico.
Meglio sarebbe rinnovare la classe politica dirigente, connivente, se non addirittura succube, del “solito furbetto” che fiutato l’affare, lo realizza a danno di tutti noi!
Il senso della “comunità” deve prevalere nelle scelte
…….. al di sopra di ogni cosa.
Per questi motivi ITALIA DEI VALORI, vigilerà attentamente, informando la cittadinanza sugli sviluppi di questo argomento.
Di Pietro - Italia dei Valori
Circolo di base città di S. Vito dei Normanni
mercoledì 26 novembre 2008
mercoledì 12 novembre 2008
Invito a teatro
Il circolo dell’Italia dei Valori di Francavilla F.na in collaborazione con i partiti del centro-sinistra che sostengono la candidatura di Mario Filomeno sindaco, invitano il 20/11/2008 ore 19.00 presso il Teatro Italia, tutti i cittadini alla bellissima manifestazione culturale dal titolo “Tracce” prodotta dai Magazzini Teatrali Dardagnam. Trattasi di una rappresentazione teatrale che narra del nostro sud, per ricordare usi, parlate e storie che altrimenti le nuove generazioni non potrebbero sapere-conoscere.
Un tuffo nella nostra storia troppo spesso derisa e dimenticata, ma alla quale dobbiamo guardare per ricostruire e ripensare un nuovo assetto economico e sociale che sia svincolato da quelle scelte scellerate frutto di una visione miope della realtà e della nostra storia.
I valori della Terra, del Lavoro, della Famiglia, dell’Onestà, della Solidarietà, del Sacrificio ritrovati nel nostro passato e da questi ricominciare per un futuro diverso dall’odierno individualismo affaristico-superficiale impregnato di relativismo.
La cultura, a partire da quella dei nostri nonni, può salvarci da questo medioevo, e creare le condizioni di un nuovo Rinascimento.
La città degli Imperiali è assetata di cultura, poiché troppo spesso è stata piegata al solo momento affaristico della vita…… ma non di solo pane vive l’uomo!!!
Buon Teatro a tutti
Salvatore Madaghiele
Un tuffo nella nostra storia troppo spesso derisa e dimenticata, ma alla quale dobbiamo guardare per ricostruire e ripensare un nuovo assetto economico e sociale che sia svincolato da quelle scelte scellerate frutto di una visione miope della realtà e della nostra storia.
I valori della Terra, del Lavoro, della Famiglia, dell’Onestà, della Solidarietà, del Sacrificio ritrovati nel nostro passato e da questi ricominciare per un futuro diverso dall’odierno individualismo affaristico-superficiale impregnato di relativismo.
La cultura, a partire da quella dei nostri nonni, può salvarci da questo medioevo, e creare le condizioni di un nuovo Rinascimento.
La città degli Imperiali è assetata di cultura, poiché troppo spesso è stata piegata al solo momento affaristico della vita…… ma non di solo pane vive l’uomo!!!
Buon Teatro a tutti
Salvatore Madaghiele
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mercoledì 5 novembre 2008
Change
USA: L’ORA DEL CAMBIAMENTO POSSIBILE
Credo che sia impossibile non esprimere il proprio pensiero circa il risultato elettorale verificatosi in america questa notte (4 novembre) in considerazione dell’entusiasmo suscitatomi dalla notizia della vittoria del candidato democratico Barack Obama.
Come tutti gli americani riversatisi nella piazza di Chicago e lungo le vie di questo straordinario Paese, anch’io aspettavano oramai da anni l’uscita da questo medioevo in cui si era cacciato il popolo americano. Ed ancora ho avuto la testimonianza come grande sia questo Paese che riesce a mettersi alle spalle finalmente questi anni bui (che anche noi, concittadini del mondo globalizzato abbiamo subito).
Ma analizziamo quali sono i caratteri salienti del cambiamento che avverrà negli Stati Uniti e nel mondo intero, perché tutto possiamo dire ma la verità incontrovertibile è che gli americani hanno scelto l’uomo che ha promesso il cambiamento più radicale rispetto agli altri candidati caduti nelle primarie dei due partiti.
Innanzitutto Obama riprenderà la via, in politica internazionale, della multilateralità dei rapporti con gli altri Stati, ciò vuol dire che in seno alle organizzazioni internazionali, soprattutto l’Onu, verranno prese le decisioni e mediati gli interessi tra gli Stati, e non con azioni unilaterali della politica internazionale di Bush.
In politica economica, vero cavallo di battaglia di Obama, le parole d’ordine saranno redistribuzione della ricchezza soprattutto agevolando le classi più povere e facendo riprendere la middle class, la classe media tanto bistrattata in questi anni. Inoltre una politica attenta alla famiglia, con maggiori detrazioni per i figli a carico, e sgravi fiscali per le imprese che assumono.
A tutto ciò bisogna aggiungere il significato delle elezioni di un afro-americano, per tutte quelle minoranze che sperano di uscire da questa apartheid silente che li rilegava ai margini della società, svolgendo i lavori più umili senza riscatto sociale. Certo un parallelismo con quanto avviene in Europa ed anche in Italia è obbligatorio in questo campo, con l’esplodere di un razzismo dilagante insensato e fomentato da una politica che va contro qualsiasi integrazione.
Gli Stati Uniti ci hanno dato una lezione e un segnale forte anche in questo, sta a noi recepire, analizzare ed elaborare, prima che manifestazioni violente come quelle messe in atto nelle periferie di Parigi possano scoppiare anche in Italia e nel resto d’Europa.
Ancora un altro insegnamento e segnale che il popolo americano ci manda, deriva dalla loro capacità di scegliere la persona che incarnava un cambiamento più radicale, nella logica del sistema americano in cui non vi sono le enormi differenze che riscontriamo nel nostro panorama politico. CAMBIAMENTO è stata la parola più significativa dei discorsi di Obama, egli è il cambiamento. Anche la Clinton e lo stesso McCain rappresentavano discontinuità con il passato, ma non così netta (non uso radicale di proposito) quanto Obama. Quest’ultimo non ha avuto paura di portare avanti discorsi e soprattutto un programma davvero alternativo alla politica messa in atto dal Presidente Bush. Alternativo e cambiamento, questo era il programma di Obama, no al dialogo o al cercar di conquistare l’elettorato moderato scimmiottando un programma fac-simile a quello repubblicano (al di là delle specificità del sistema politico americano premesso prima). Questa è una lezione per quei politici che troppo spesso fanno uso di trasformismo, senza mai delineare una seria proposta politica davvero alternativa.
Mi auguro che tale onda positiva derivante dal risultato elettorale americano, possa giungere ed investire anche il nostro panorama politico, da quello nazionale a quello locale. Questo entusiasmo ci investi e ci permetta di effettuare scelte e portare avanti un programma davvero alternativo da chi è stato maggioranza. Di tali scelte alternative abbiamo bisogno, anche nel nostro piccolo paese dominato da troppo tempo dai politici potentati di turni, che hanno fatto e disfatto tutto a loro piacimento, lasciandoci un dissesto finanziario, opere incompiute, un divario enorme tra politica e cittadini.
A tutto questo bisogna proporre discontinuità nella legalità, scelte difficili che tutte le forze di opposizione dovrebbero iniziare a prendere per ricucire quello strappo tra politica e cittadini necessario al cambiamento. Tutti i partiti e le forze, a cominciare dal più grande partito, proprio lo stesso Partito Democratico (nostrano) di Obama, dovrebbe scrollarsi di dosso dubbi e incomprensioni interne e non, e portare la bandiera del cambiamento reale e sincero. Solo proponendo il cambiamento possiamo dire: YES, WE CAN!
Credo che sia impossibile non esprimere il proprio pensiero circa il risultato elettorale verificatosi in america questa notte (4 novembre) in considerazione dell’entusiasmo suscitatomi dalla notizia della vittoria del candidato democratico Barack Obama.
Come tutti gli americani riversatisi nella piazza di Chicago e lungo le vie di questo straordinario Paese, anch’io aspettavano oramai da anni l’uscita da questo medioevo in cui si era cacciato il popolo americano. Ed ancora ho avuto la testimonianza come grande sia questo Paese che riesce a mettersi alle spalle finalmente questi anni bui (che anche noi, concittadini del mondo globalizzato abbiamo subito).
Ma analizziamo quali sono i caratteri salienti del cambiamento che avverrà negli Stati Uniti e nel mondo intero, perché tutto possiamo dire ma la verità incontrovertibile è che gli americani hanno scelto l’uomo che ha promesso il cambiamento più radicale rispetto agli altri candidati caduti nelle primarie dei due partiti.
Innanzitutto Obama riprenderà la via, in politica internazionale, della multilateralità dei rapporti con gli altri Stati, ciò vuol dire che in seno alle organizzazioni internazionali, soprattutto l’Onu, verranno prese le decisioni e mediati gli interessi tra gli Stati, e non con azioni unilaterali della politica internazionale di Bush.
In politica economica, vero cavallo di battaglia di Obama, le parole d’ordine saranno redistribuzione della ricchezza soprattutto agevolando le classi più povere e facendo riprendere la middle class, la classe media tanto bistrattata in questi anni. Inoltre una politica attenta alla famiglia, con maggiori detrazioni per i figli a carico, e sgravi fiscali per le imprese che assumono.
A tutto ciò bisogna aggiungere il significato delle elezioni di un afro-americano, per tutte quelle minoranze che sperano di uscire da questa apartheid silente che li rilegava ai margini della società, svolgendo i lavori più umili senza riscatto sociale. Certo un parallelismo con quanto avviene in Europa ed anche in Italia è obbligatorio in questo campo, con l’esplodere di un razzismo dilagante insensato e fomentato da una politica che va contro qualsiasi integrazione.
Gli Stati Uniti ci hanno dato una lezione e un segnale forte anche in questo, sta a noi recepire, analizzare ed elaborare, prima che manifestazioni violente come quelle messe in atto nelle periferie di Parigi possano scoppiare anche in Italia e nel resto d’Europa.
Ancora un altro insegnamento e segnale che il popolo americano ci manda, deriva dalla loro capacità di scegliere la persona che incarnava un cambiamento più radicale, nella logica del sistema americano in cui non vi sono le enormi differenze che riscontriamo nel nostro panorama politico. CAMBIAMENTO è stata la parola più significativa dei discorsi di Obama, egli è il cambiamento. Anche la Clinton e lo stesso McCain rappresentavano discontinuità con il passato, ma non così netta (non uso radicale di proposito) quanto Obama. Quest’ultimo non ha avuto paura di portare avanti discorsi e soprattutto un programma davvero alternativo alla politica messa in atto dal Presidente Bush. Alternativo e cambiamento, questo era il programma di Obama, no al dialogo o al cercar di conquistare l’elettorato moderato scimmiottando un programma fac-simile a quello repubblicano (al di là delle specificità del sistema politico americano premesso prima). Questa è una lezione per quei politici che troppo spesso fanno uso di trasformismo, senza mai delineare una seria proposta politica davvero alternativa.
Mi auguro che tale onda positiva derivante dal risultato elettorale americano, possa giungere ed investire anche il nostro panorama politico, da quello nazionale a quello locale. Questo entusiasmo ci investi e ci permetta di effettuare scelte e portare avanti un programma davvero alternativo da chi è stato maggioranza. Di tali scelte alternative abbiamo bisogno, anche nel nostro piccolo paese dominato da troppo tempo dai politici potentati di turni, che hanno fatto e disfatto tutto a loro piacimento, lasciandoci un dissesto finanziario, opere incompiute, un divario enorme tra politica e cittadini.
A tutto questo bisogna proporre discontinuità nella legalità, scelte difficili che tutte le forze di opposizione dovrebbero iniziare a prendere per ricucire quello strappo tra politica e cittadini necessario al cambiamento. Tutti i partiti e le forze, a cominciare dal più grande partito, proprio lo stesso Partito Democratico (nostrano) di Obama, dovrebbe scrollarsi di dosso dubbi e incomprensioni interne e non, e portare la bandiera del cambiamento reale e sincero. Solo proponendo il cambiamento possiamo dire: YES, WE CAN!
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