sabato 31 gennaio 2009
Italia dei valori verso un proprio candidato Presidente alla Provincia di Brindisi
Questa situazione di precarietà che crea confusione nella pubblica opinione non può assolutamente perdurare perché esporrebbe il centro sinistra ad una sonora sconfitta elettorale e, pertanto, il Coordinamento Prov.le di Italia dei Valori ritiene che ove questa situazione dovesse perdurare sottoporrà, nei prossimi giorni all’attenzione dei partiti del centro sinistra la candidatura a Presidente della Provincia di un uomo non legato agli schemi di Partito, di sicura dirittura morale, competente, preparato e in grado di ridar slancio alla coalizione di centro sinistra.
Vittorio Madama
v.coordinatore provinciale Brindisi
Italia dei valori
venerdì 30 gennaio 2009
L'Informazione è morta..la Rete è viva
Travisazioni e falsità orchestrate per arginare un successo che le prime stime attestano intorno ai 200 mila utenti collegati allo streaming di Piazza Farnese. L’informazione è morta. La Rete è viva.
Non c'e' nessuna spaccatura nell'Italia dei Valori, come riportato dai giornali che ci sognano, insieme ai nostri avversari politici, deboli, divisi, litigiosi, manettari, estremisti, populisti.
Questa è solo disinformazione, della più becera. E’ “l’arma di distruzione di massa” nelle mani dei partiti di cui accennava oggi Antonio Di Pietro. Condividiamo questa definizione dei media del Paese e li paragoniamo anzi ad un'arma chimica che paralizza le coscienze, un gas nervino.
Noi non ci allineiamo al sistema, ci allineiamo ai cittadini.
Confermiamo il sostegno ad Antonio Di Pietro, e il massimo rispetto nei confronti del Capo dello Stato.
Sen. Belisario
giovedì 29 gennaio 2009
Italia dei Valori: unica opposizione politica....
La situazione è a dir poco preoccupante, al di là della disinformatia dei media e il silenzio accondiscendente di gran parte dei partiti, e richiede una presa di coscienza forte degli avvenimenti.
La Procura della Repubblica di Salerno smaltellata per aver fatto il proprio dovere istituzionale, vale a dire indagare legittimamente, in quanto competente territorialmente, su un'altra Procura, quella di Catanzaro in seguito agli esposti fatti dal pm De Magistris e da pm della procura di Catanzaro stessa.
Addirittura al Procuratore Capo Apicella gli è stato tolto anche lo stipendio.
La Procuratore della Repubblica di Catanzaro, aveva avocato a se le indagini condotte da De Magistris, e indagata legittimamente dalla Procura di Salerno, anzicchè adire le autorità competenti, Giudice del Riesame, ha disposto un contro sequestro illegittimo, questo sì.
I piazza sono intervenuti, tra gli altri, il Fratello di Paolo Borsellino, il quale ha fatto delle denuncie circostanziate circa i mandanti politici dell'uccisione del giudice Borsellino e del giudice Falcone, i fatti clamorosi e ducumentati delle ore prima della loro morte...ecc
L'On. Di Pietro, come anche Marco Travaglio, ha parlato delle nuove iniziative di legge di riforma dello strumento delle intercettazioni ambientali, dei limiti a cui devono essere sottoposte, come quello assurdo temporale dei 45 giorni, o quello della pena per la quale sono disposte, non inferiore ai 10 anni, come se si anticipatamente quanti e quali reati commette un indagato..ecc
Certo Di Pietro ha rivolto anche delle rispettose critiche al Presidente Napolitano, relativi a delle poco forti prese di posizioni contro il Lodo Alfano, critiche che personalmente, come ha detto l'On. Donati, non condivido, ma che ci possono stare in una democrazia, solo nei regimi fondamentalisti non si può criticare il capo religioso e politico....
Sicuramente piazza Farnese è stato anche un momento di informazione verso i cittadini inconsapevoli di ciò che sta accadendo e di testimonianza di sostegno al Procuratore capo di Salerno Luigi Apicella.
Ma di più....un sostegno, non solo silenzioso nelle case dei tanti cittadini italiani, ma rumoroso e numeroso di piazza naffollata, ai pm De Magistris, Forleo, Nuzzi, Verasani ecc. e alla memoria di Borsellino e Falcone.
Informazione, consapevolezza, non accondiscendenza, manifestazione civile e rispettosa, questa sono le azioni che possiamo mettere in campo per non cadere nell'oblio della rassegnazione.
La disinformatia
Piazza Navona come Piazza Farnese, stesso film, stesso giornalismo, stessi titoli, stessi Tg, stessa politica, coriacei, immobili, e compatti contro la verità, l’informazione libera ed i cittadini. Quella piazza, convocata dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, ha urlato per difendere la giustizia, la democrazia.
Le parole di verità si chiamavano Marco Travaglio, Salvatore Borsellino, Carlo Vulpio, Sonia Alfano, Beppe Grillo, Pancho Pardi. Di loro, e delle loro parole, nessuna traccia questa mattina, se non in Rete.
Ai direttori della disinformazione è bastata una frase estrapolata dal mio discorso, per costruire la “loro notizia”, alla quale si sono aggiunte dichiarazioni bipartisan, o meglio “monopartisan” del mondo politico.
Casini “Di Pietro umilia l’opposizione”, Cesa e Cuffaro umiliano gli italiani.
Cicchitto “ Idv partito qualunquista e forcaiolo”, lo preferisco a truffatore e mafioso.
E a seguire, Fassino, Finocchiaro, Follini, fino all’ultimo usciere di palazzo Madama, in un'orgia di dichiarazioni deliranti, patetiche e false. Avessero intervistato anche Previti, Dell’Utri e Provenzano, sarebbe stato perfetto.
La realtà è che quella piazza ha difeso la democrazia, ha difeso Luigi De Magistris, Clementina Forleo, Luigi Apicella vittime della mafia anche loro, quella che sempre più si infiltra nelle istituzioni, quella che uccide senza pallottole, ma con la carta stampata ed i Tg, le nuove armi di distruzione di massa. Nessuno ha parlato della luna, tutti intenti a guardare il dito perché è vietato guardare la luna. La luna ha un nome, “Why not”, e parla di nove miliardi di finanziamenti europei che scompaiono nel nulla ogni anno in Calabria e che finiscono nelle tasche della criminalità organizzata e dei partiti politici. Linfa vitale della dittatura in cui siamo scivolati.
Lo striscione esposto a Piazza Farnese non offendeva il Presidente Napolitano, e nemmeno io l’ho fatto. Le decine di video pubblicati in Rete mi danno ragione. I cittadini mi danno ragione ed io do ragione a Beppe Grillo quando dice che “questo è un Paese da rifare”.
Grazie agli organizzatori, che non sono dell’Italia dei Valori, altra menzogna, ma dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato, dal palco, dalla piazza e dalla Rete.
mercoledì 28 gennaio 2009
Io so. Piazza Farnese mercoledì 28 gennaio 2009
L'intervento del On. Antonio DI PIETRO
- Perché siamo qui.
- Da legge ad personam a legge ad personam.
- Per una libera informazione.
- L'appello a Napolitano.
"A nome mio personale e dell'Italia dei Valori voglio ringraziare tutta l'associazione dei familiari vittime della mafia, voglio ringraziare tutti voi perché non volete arrendervi, perché avete il coraggio di continuare questa battaglia di legalità e di civiltà, mai come in questo momento necessaria per evitare che il nostro Paese finisca da una parte governato da un regime piduista, dall'altro per dimenticare chi ha dato la vita per portare la democrazia e la legalità nel nostro Paese.
Da Piazza Navona a Piazza Farnese, dunque, e poi di nuovo ancora di piazza in piazza, in tutto il Paese, per informare i cittadini e formare insieme ad essi una nuova coscienza civile che faccia della legalità un presupposto per una sana economia e per una sana democrazia. Questo è l'impegno dell'Italia dei Valori.
Non vogliamo che chi ha dato la vita per il nostro Paese venga ammazzato due volte, ammazzandone il ricordo e l'impegno con cui hanno fatto il loro lavoro.
Perché siamo qui.
Perché siamo qui? Perché ancora una volta alcuni casi concreti fanno vedere come il sistema si chiude a riccio per pensare solo a difendere le proprie prerogative e la propria impunità. Ogni volta che rispetto al sistema si cerca di scoprire se qualcuno ha truccato le carte viene buttato fuori sempre non il truccatore, ma colui che cerca di scoprire chi è il truccatore. Di volta in volta è successo e succede sempre a chi, cercando di fare il proprio dovere, cerca di arrivare ad applicare la giustizia in modo uguale per tutti. Credo che un principio fondamentale in uno Stato di diritto debba essere che quando un magistrato fa le indagini debba essere lasciato in pace a farle completamente fino alla fine, e non bloccandole a metà. Ne so qualcosa io, perché l'ho vissuto sulla mia pelle. Questa idea che bisogna sempre fermare un magistrato prima che possa concludere le indagini, e quindi invece di difendersi nel processo ci si difenda dal processo, è un idea medievale, è un idea da Don Rodrigo. Ecco perché noi siamo qui. Siamo qui per affermare il principio che chi non ha nulla da temere dalla giustizia può essere solo felice di andare dal proprio giudice, perché può far sentire la propria ragione, e se non è convinto della decisione del primo giudice ha un secondo ed un terzo giudice che potrà valutare meglio la sua situazione. Ma l'idea che si debba essere al di fuori della legalità, costruendosi un lodo Alfano e un lodo Consolo, come si sta facendo, è un idea che offende lo Stato di diritto. Ecco perché siamo qui.
Da legge ad personam a legge ad personam.
Siccome si sta compiendo un altro misfatto, lo diciamo oggi prima che il misfatto si compia: si sta andando avanti di legge ad personam in legge ad personam. Si dice che si vuole più sicurezza, più legalità, più giustizia che funzioni, ma si fa l'esatto contrario. Ieri, il ministro della Giustizia Alfano in Parlamento è venuto a fare la relazione dei suoi primi mesi di governo, e si è scordato di dire che ha fatto il lodo Alfano. Si è vergognato pure lui di quello che ha fatto. Ieri, il ministro della Giustizia non ci ha detto che stiamo approvando in Parlamento, dove è già in Commissione, il lodo Consolo, quella legge dove i ministri, ingelositi, vogliono anch'essi la legge che Berlusconi si è fatto per sé. Ieri, il ministro della Giustizia si è dimenticato di dire che hanno fatto il lodo Salva-Manager, quello che ha permesso ai tanti furbetti del quartierino di poterla farla franca. Si sono scordati di dire che sta facendo il lodo “salvati dalle intercettazioni”. Anche su questo permettetemi di dire che quello che oggi vendono come un accordo trovato nella maggioranza è semplicemente una constatazione che sono stati presi con le mani nella marmellata, perché il disegno di legge è già stato depositato a giugno, e nel disegno di legge si diceva che fino a 10 anni della pena edittale non si intercettava più. Cosa voglio dire? Voglio dire che ci hanno provato, e dato lo schiaffetto nelle mani non ci hanno ripensato: hanno cambiato il vasetto della marmellata.
Da legge ad personam a legge ad personam.
Cosa voglio dire con questo? Che la proposta che hanno fatto ieri è peggio ancora di quella precedente, perché hanno detto “va bene le intercettazioni, però per 45 giorni”, in modo che uno possa sapere che dal 46° giorno in poi può fare quello che gli pare e piace. Non voglio fare polemica politica, voglio dare solo un dato tecnico: il magistrato del pubblico ministero svolge un indagine, gli viene dato un tempo, da sei mesi al massimo un anno, per fare le indagini. Mi volete spiegare perché se ho 6 mesi per indagare su un fatto costituente reato, perché tra gli strumenti d'indagine l'intercettazione deve essere soltanto per 45 giorni? Mi spiego meglio: se in sala operatoria viene detto che un chirurgo ha bisogno di due ore per fare un intervento, perché gli viene detto che il bisturi lo può usare per 15 minuti? Ma se sto facendo un indagine, datemi tutto il tempo di cui ho bisogno. Non ha senso, ne una logica. Il senso e la logica ci sono perché “non si sa mai che si scoprano i reati”. Dico questo perché a parole dicono che vogliono sconfiggere la criminalità organizzata, quella criminalità per cui l'associazione delle vittime sono qui oggi, ma se togli al magistrato per scoprire, arrestare ed assicurare alla giustizia chi commette i reati, a parole combatti la criminalità organizzata e nei fatti la favorisci. Ecco perché siamo qui.
Siamo qui per ribadire che non possiamo e non dobbiamo arrenderci, che dobbiamo reagire. Il ministro della Giustizia Alfano si è scordato di dire che un milione di persone hanno detto che quel lodo Alfano è un indecenza. Siamo qui perché non comprendiamo per quale ragione in materia di giustizia riescano sempre a trovare accordi, un po a destra e un po a sinistra gli conviene a tutti quanti. Non le comprendiamo queste ragioni.
Sempre sul piano tecnico vi dico cosa contiene questo altro vasetto di marmellata. E' stato previsto che le intercettazioni ambientali e anche quelle fatte tramite videocamere sono valide ai fini processuali solo se autorizzate dal magistrato. Ora, uno dei modi per assicurare la sicurezza nelle città è quello di mettere un po di videocamere in giro. Questa benedetta videocamera becca uno stupro dietro l'angolo, una rapina, un furto, quella registrazione non la posso usare perché non è stata autorizzata dal magistrato. E come lo scopro il reato? Questi vogliono dei magistrati con la palla di vetro. E chi scelgono? Quelli che non piacciono a loro da castigare, quelli che piacciono a loro da non toccare. Questa è la giustizia in Italia, e contro questa giustizia dobbiamo ribellarci.
Che fare? Non basta semplicemente resistere, perché questi se ne fregano della resistenza. Bisogna fare da una parte come abbiamo fatto noi con i referendum, dall'altra informando i cittadini di quello che avviene nel palazzo, perché l'unico giudice nei confronti della politica è il cittadini.
Per una libera informazione.
Il cittadino non è fesso, ma non sa perché c'è un informazione malata. Ecco perché noi dell'Italia dei Valori non siamo rientrati nella Commissione di Vigilanza. Il problema è tutto li: la Commissione di Vigilanza, che vogliono adesso, la vogliono subito subito, presto presto, perché si sono già accordati per la spartizione del Consiglio di Amministrazione della Rai, quell'organismo che poi decide chi deve dire le cose agli italiani, come deve dirlo, quando deve dirlo e cosa deve dire. In realtà è un organo importantissimo, dipende da come lo usi. Appunto, è come il bisturi che serve per ammazzare la moglie o per salvare una vita. Noi diciamo che ci devono andare persone al di fuori di rapporti di parte, basta politici trombati, basta riciclati, basta persone di parte. Stamattina ho letto sui giornali che l'Italia dei Valori vuole un posto in Rai per sé: ma chi lo ha detto? Non saprei proprio chi metterci per me, e non avrebbe senso ne logica. Noi vogliamo una Rai dove al Consiglio di Amministrazione ci siano professionisti che di mestiere fanno informazione, che non dipendano dai partiti, ma che controllino i partiti. Noi vogliamo che i controllati non possano nominare i propri controllori, che se li nominano per dire che hanno ragione loro. Questa è l'anomalia del nostro Paese. E' chiaro che poi, se la Rai viene governata dai partiti, la Rai dei partiti dirà che i partiti della Rai sono i più bravi, gli unici che capiscono e gli unici che fanno le cose per bene. Il cittadino viene quindi truffato, cosi come quando viene chiamato a votare, perché con questa legge elettorale che non permette loro di scegliere il proprio dipendente, come dicono gli amici di Beppe Grillo, ci rendiamo conto che in Parlamento ci sono persone che vengono indicate da quattro-cinque Boss, e come tali devono soltanto rispondere perché altrimenti avranno la morte politica, e siccome vogliono vivere e campare si arrangiano sistemandosi. Ecco perché dico che in un Paese civile e democratico, le manifestazioni come queste, o come Piazza Navona, dovrebbero essere uno stimolo per chi è al potere di riflettere e migliorarsi, non di denigrare. Lo dico perché voglio lanciare un appello al Presidente della Repubblica.
L'appello a Napolitano.
Signor Presidente, lo sa che questa mattina si sta cercando, ancora una volta, di farci lo scherzetto che è stato fatto a Piazza Navona? Credo che in una civile piazza dei cittadini italiani abbiano il diritto di manifestare. Si può non essere d'accordo su quanto abbiamo fatto e su quanto stiamo facendo, ma è un nostro diritto, garantito dalla Costituzione, poter dire che quello che fanno determinate persone non ci convince? Ci possiamo permettere, signor Presidente della Repubblica, di accogliere in questa piazza anche qualcuno di noi che non è d'accordo su alcuni suoi silenzi? Possiamo permettercelo o no? O siamo degli eversori? Siamo dei cittadini normali che ci permettiamo di dire a lei, signor Presidente della Repubblica, che dovrebbe essere l'arbitro, che a volte il suo giudizio ci pare poco da arbitro e poco da terzo. Lo possiamo dire o no? Noi la rispettiamo, abbiamo il senso delle istituzioni, vogliamo essere tranquilli. Oggi, un cittadino ha messo un manifesto, uno striscione, dove senza offendere nessuno dice “Napolitano dorme, l'Italia insorge”. Perché lo hanno sequestrato? Chi ha ordinato di sequestrare questo manifesto? Perché non c'è possibilità di manifestare senza bastoni, senza nulla? Stiamo semplicemente dicendo che non siamo d'accordo sul fatto che si lasci passare il lodo Alfano, che non siamo d'accordo sul fatto che si criminalizzino le persone che fanno il loro dovere, che non siamo d'accordo sull'oblio che hanno le istituzioni nei confronti di questi familiari delle vittime, che non siamo d'accordo nel vedere terroristi che vanno a fare gli insegnanti e informare a loro modo le cose, che fanno i saputoni e poi vediamo le vittime del terrorismo e della mafia che vengono dimenticate e abbandonate a se stesse. Lo possiamo dire o no? Rispettosamente, ma il rispetto è una cosa, il silenzio è un'altra: il silenzio uccide, il silenzio è mafioso, il silenzio è un comportamento mafioso. Ecco perché non vogliamo rimanere in silenzio.
Noi ribadiamo che c'è necessità di una nuova legge elettorale che ridia in mano ai cittadini la possibilità di scegliersi i propri dipendenti. Vogliamo una legge che risolva il conflitto d'interessi. Vogliamo al più presto una legge che preveda la non candidabilità delle persone condannate, una legge che preveda l'impossibilità di assumere incarichi di governo, locale e centrale, di persone rinviate a giudizio. Vogliamo una legge che non preveda più la possibilità a quelle imprese, di cui imprenditori sono stati condannati, di partecipare a gare e ad appalti della pubblica amministrazione. Si deve sapere che quando c'è un Romeo preso con le mani nel sacco una prima volta, non ci può essere una seconda volta, e per non esserci c'è bisogno di stabilire delle regole.
Tutto queste cose noi chiediamo alle istituzioni, e per queste cose ci appelliamo a lei signor Capo dello Stato, lo faccia un discorso coraggioso, dica che devono andare fuori dal tempio i mercanti, dica che devono andare fuori dal Parlamento i condannati, lo dica e noi l'approveremo e troverà striscioni diversi. Non si lamenti se poi qualcuno vede nel silenzio un accondiscendenza.
E' tempo di far sentire sempre di più la propria voce, nel Parlamento e nelle istituzioni, dove possiamo. Ma sa, là ci considerano eversori perché vogliamo che la legge funzioni. Si sono invertiti i termini del gioco.
Vogliamo essere sempre più presenti, nelle piazze e nelle città, da Piazza Navona a Piazza Farnese, di piazza in piazza, questa primavera, subito dopo che saranno finite le scaramucce elettorali (perché non vogliamo essere accusati che lo facciamo per fini elettorali) metteremo in piedi un altro grappolo di referendum, perché vogliamo contribuire attraverso i referendum il risveglio della coscienza civica dei cittadini, di non lasciarli nell'oblio delle veline, che come nuovo olio di ricino addormentano le coscienze. Noi cominceremo quindi subito e a quegli amici, agli amici di Ponzio Pilato, quando ci diranno che non raggiungeremo il quorum, diremo: “Zitto ragazzo, zitto che siamo in mezzo al mare, è inutile che dici che non raggiungiamo la riva. Nuota in questo mare e cerca di portare l'Italia in una democrazia migliore”."
Io so....di Antonio DI PIETRO
Io so che Tangentopoli non è mai finita, che la corruzione politica è più forte oggi di allora,
io so che molte televisioni e giornali sono uno strumento di propaganda permanente delle forze che si richiamano a Silvio Berlusconi,
io so che Rete 4 è abusiva, io so che Mangano era un mafioso,
io so che Mangano ha vissuto ospite per lungo tempo a casa Berlusconi,
io so che in Parlamento ci sono fior di pregiudicati che non dovrebbero rappresentare gli italiani,
io so che la crisi economica e i milioni di disoccupati e precari sono figli della corruzione, del pizzo, della criminalità organizzata, del malaffare, del connubio tra mafie e politica,
io so che il Lodo Alfano è incostituzionale, io so che nessun cittadino può essere più uguale di altri di fronte alla legge,
io so che Luigi De Magistris è stato discriminato per impedirgli di concludere le sue inchieste, com'è successo a me e com'è succede ogni giorno a tanti magistrati che vogliono fare il loro dovere,
io so che una intera Procura, quella di Salerno, è stata azzerata per impedire che le inchieste di Luigi De Magistris fossero riaperte,
io so che le intercettazioni non sono il problema, ma lo sono coloro che commettono i reati,
io so che chi non ha niente da nascondere non ha paura di essere intercettato,
io so che Berlusconi ha cercato di comprare un senatore e far cadere il Governo Prodi aiutando delle aspiranti attrici,
io so che in un altro Paese questo si chiama corruzione politica,
io so che un Presidente del Consiglio sta usando il suo ruolo e i nostri soldi per fare campagna elettorale in Sardegna invece di occuparsi dei gravi problemi dell'economia, io so che l'Alitalia è fallita,
io so che miliardi di euro di debiti dell'Alitalia sono stati scaricati sugli italiani,
io so che i piccoli risparmiatori che hanno comprato le azioni e le obbligazioni Alitalia hanno carta straccia in mano,
io so che il senatore a vita Giulio Andreotti è stato prescritto per i suoi rapporti con la mafia e non assolto,
io so che deve essere l'informazione a controllare la politica e non la politica a controllare l'informazione,
io so che il Paese ha bisogno di scrollarsi in modo definitivo questa camicia di forza di criminalità mafiosa e politica corrotta e entrare in una nuova era prima che sia troppo tardi,
io so che il parlamentare deve essere eletto dal popolo e non dai segretari di partito,
io so che Corrado Carnevale non dovrebbe avere più alcun ruolo istituzionale,
io so che la commissione antimafia non funziona perché i partiti non vogliono farla funzionare,
io so che i cittadini italiani vogliono giustizia e non soldati per le strade,
io so che l'Italia è la portaerei mondiale per l'importazione della droga.
Io so che bisogna ripartire onorando la memoria di Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Giorgio Ambrosoli, Rosario Livatino, Peppino Impastato, Giuseppe Fava, Carlo Alberto Dalla Chiesa e tanti altri che hanno onorato il Paese sacrificando la propria vita, non come chi è andato in giro a fare il latitante.
Io so che il 28 gennaio sarò presente a Piazza Farnese dalle ore 9:00 alle 14:00 per partecipare alla manifestazione a sostegno della Giustizia.
Questo io so. Sapiamolo insieme."
martedì 27 gennaio 2009
Il Sen. Caforio sul caso Genchi
Si tratta della mega-banca dati formata dal consulente dell'ex sostituto procuratore di Catanzaro Luigi De Magistris: il COPASIR ha avviato l'esame dei documenti relativi ai tabulati telefonici dell'inchiesta Why Not e Poseidone, che la procura generale della Repubblica di Catanzaro ha inviato e dovrebbe continuare ad inviare (ma su questa ulteriore trasmissione di atti non ci sono certezze) anche nei prossimi giorni.
''Le intercettazioni - puntualizza l'esponente dell'Idv - sono uno strumento indispensabile alle indagini. E i magistrati devono essere messi in grado di continuare a fare il loro lavoro''.
Il problema, argomenta Caforio, è invece un altro: ''dal punto di vista istituzionale occorre chiedersi come si è potuti entrare nel sistema della comunicazioni. Ovvero: abbiamo dei servizi segreti che dovrebbero garantire la riservatezza. Ma se loro stessi entrano a far parte di questo calderone, che ci stanno a fare? E dunque c'è da chiedersi se in realtà non ci sia un disegno più sottile che ha come fine ultimo quello di tagliare definitivamente le gambe agli impianti investigativi''.
Ma in questi tabulati telefonici chi c'è? ''Oltre a Pollari di cui è stato detto ampiamente in questi giorni (quindi non violo nessun segreto) nessun altro di rilevante, una valanga di numeri telefonici e basta, nulla di piu'...'', risponde Caforio.
sabato 24 gennaio 2009
Invito riunione simpatizzanti IdV
O.d.G.: Amministrative 2009; prossima manifestazione pubblica.
A mercoledì
La segreteria
domenica 18 gennaio 2009
Primarie di coalizione, no grazie!
Ciò nonostante autorevoli Dirigenti Nazionali del P.D. e persone attente alle vicende politiche abbiano sollevato dubbi ed obiezioni circa l’uso e gli effetti prodotti da tale strumento sicuramente democratico ma risultato ad oggi inefficace sul piano degli obiettivi perseguiti (indicazione di una leadership forte, autorevole e stabile: ad esempio si veda il caso Prodi). Tanto considerando l’illusione creata nell’elettorato di riferimento e la cocente delusione provocata dalla caduta del Governo di centrosinistra e di ciò che è seguito.
Il medesimo Coordinatore Provinciale del PD ha recentemente affermato che le primarie non possono costituire una scorciatoia rispetto ai deficit che la politica deve colmare, ritenendole solo “l’ultima spiaggia”.
Ricordiamo,prima a noi stessi, che le primarie si sono rivelate utile strumento allorquando ha rappresentato il punto d’arrivo di un percorso condiviso dai partiti e dai movimenti riuniti in una coalizione quale era l’UNIONE la cui morte è stata certificata soprattutto da chi ha coltivato l’idea di un partito a vocazione maggioritaria e oggi interessato ad altri percorsi politici e nuove alleanze.
Tanto si è verificato anche in Francavilla con un P.D. che ha imboccato strade tortuose e contraddittorie che tutto ha lasciato pensare ma non rappresentare un chiaro disegno alternativo per la Città, sia sul piano ideale e programmatico sia sul piano gestionale.
Ciò tanto più grave considerato il venir meno ad impegni assunti e sottoscritti nel giugno scorso anche dai nostri partiti e movimenti ma con una intenzionalità diametralmente opposta a quella successivamente palesata dal P.D..
Come non rammentare la circostanza dell’aver affidato ogni iniziativa politica e incarico di designazione del candidato Sindaco all’U.D.C., forza politica che nel non lontano passato è stato comunque corresponsabile della ultradecennale gestione amministrativa cui si dovrebbe contrapporre una forte e tangibile discontinuità.
Oggi il P.D. si presenta diviso in più parti,sia sulle strategie sia a maggior ragione su eventuali candidati, come peraltro risulta dalle recenti vicende che hanno interessato il Coordinatore politico ed il massimo organo rappresentativo.
Tale situazione interessa non perché si voglia interferire nelle vicende interne di quel partito ma perché ad oggi nulla di chiaro emerge circa la volontà politica e le strategie future.
Innanzitutto è necessario comprendere chiaramente se nel P.D. sia preponderante la parte che addirittura vuole accentuare le distanze da questa coalizione e quindi non interessato per la costruzione di un nuovo Centrosinistra o se,invece, prevalga una seria e non strumentale volontà di unità.
Sarebbe dannoso ancor più l’emergere della volontà di un “matrimonio” di ripiego o “coatto” in mancanza di scelte più consone al proprio conclamato tasso di nobiltà.
Volutamente omettiamo ogni considerazione su quanti manifestano esclusivamente,e fuori da ogni logica politica, livore e rancori personali.
Nonostante il quadro delineato vengono lanciati messaggi,non in maniera formale considerata appunto l’assenza di una guida politica,in direzione delle primarie che costituiscono lo strumento previsto statutariamente solo da quel partito.
Le forze politiche e movimenti sottoscrittori del presente documento,rispetto alle domande sollevate, ritengono un diversivo,oltre che una scorciatoia e un ulteriore elemento di lacerazione, il ricorso alle primarie e sarebbe inaccettabile una eventuale pretesa di accampare,nelle condizioni descritte, una forma di “egemonia”,anche con il semplice imporre le primarie, rispetto a chi da qualche mese ha delineato e perseguito coerentemente linee politiche e programmatiche indicando quale candidato Sindaco l’Avv. Mario Filomeno.
Si ritiene,invece, che per non deludere ancora le attese e le speranze degli elettori sia necessario che la classe dirigente del centrosinistra abbia un sussulto di orgoglio e dia urgentemente segni tangibili di una nuova responsabilità nel superamento delle divisioni e nella volontà di costruire,facendo tesoro degli errori del recente passato, una nuova e più credibile alleanza fondata sui valori di equità sociale, libertà e solidarietà e su obiettivi di sana amministrazione della cosa pubblica.
Se ciò non avverrà il cittadino/elettore ragionevole saprà ben valutare le responsabilità di quanto avvenuto!
RIFONDAZIONE COMUNISTA
COMUNISTI ITALIANI
SINISTRA DEMOCRATICA
ITALIA DEI VALORI
DEMOCRATICI PER LA COSTITUZIONE
domenica 11 gennaio 2009
Centrale a Biomasse: troppi sprechi, distrazioni e qualche …..bugia?
La realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica, utilizzando come fonte primaria le “biomasse”, ha suscitato in tutti noi cittadini, una grande curiosità, in particolar modo in coloro che svolgono attività lavorativa nel settore agricolo, a seguito della notizia, che la centrale utilizzerà come combustibile, non il carbone, non il gas ma il legno vergine, per essere sintetici e dirla in linguaggio dialettale paesano: “la frasca”.
Il dibattito organizzato dall'associazione Sanvitoinrete, alla quale vanno i nostri più sentiti ringraziamenti, ha riscosso un grande successo, per la partecipazione di numerosi cittadini, ma soprattutto per la presenza dei giovani, molto attivi negli interventi, in special modo quando hanno chiesto chiarimenti ai politici ed ai tecnici intervenuti nel dibattito.
A noi dell'Italia dei Valori, riflettendo sulle risposte, esaminati i documenti in nostro possesso, a dire il vero qualche dubbio rimane, e così come avevamo promesso negli articoli precedenti, siamo qui a discuterne insieme.
Nel corso del dibattito è stato dichiarato, che l'allegato “A” alla deliberazione del CC. N° 32 dell' 8/11/2008, (cioè le condizioni per la realizzazione nel Comune di S. Vito dei Normanni di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili alimentato a biomasse), non è parte integrante della delibera stessa.
Probabilmente, ciò significa, che la Società proponente l'impianto (ottenute tutte le necessarie autorizzazioni, dalle autorità competenti in materia), potrebbe realizzare l'impianto non rispettando tali condizioni, in quanto, la delibera non è “una autorizzazione” vera e propria, ma un “accoglimento”, come dire una sorta di “SI” per la parte di competenza del Comune, che non può esprimere un parere “discrezionale” o “immotivato” su questo argomento.
Se le condizioni previste nell'allegato della delibera, venissero considerate come opzionali, questo significherebbe, non solo che possono essere trascurate, ma che la Società interessata, potrebbe realizzare un impianto per la produzione di energia elettrica mediante le biomasse, che secondo l'articolo 2 del D.Lgs. n° 387 del 29-12-2003 sono anche “....la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”.
Noi ci auguriamo, (in attesa di un chiarimento da parte delle autorità competenti) che l'allegato sia parte integrante della delibera e che, se l'impianto dovesse realizzarsi, funzioni solo ed esclusivamente con il legno vergine, come previsto nell'allegato.
Se così non fosse, potremmo aimè, ritrovarci a 5 Km da casa un “termovalorizzatore per i rifiuti” da utilizzare in modo “discrezionale” su richiesta di autorità preposte, per casi di “urgente necessità”.
La nota vicenda della spazzatura in Campania desta in noi serie preoccupazioni, se consideriamo quello che sta accadendo in provincia li Lecce, abbiamo fondati motivi per dubitare qualcosa.
E stato dichiarato inoltre, che la Società Fiusis effettuerà gratuitamente la potatura degli alberi, con enormi vantaggi per i proprietari di oliveti, che non dovranno preoccuparsi delle enormi difficoltà che questo lavoro comporta.
Nell'allegato della delibera sono previste esclusivamente, la raccolta, la coppatura ed il trasporto gratuito presso l'impianto. Se avessero inserito anche l'operazione di potatura, nelle condizioni della delibera, gli amministratori avrebbero imposto, anche per questa attività lavorativa, l'assunzione di personale di S. Vito dei Normanni. Ma così non è e non è stato specificato diversamente.
Per cortesia.............non creiamo illusioni!!
L'impianto in un anno di attività lavorativa è in grado di distruggere 9000 tonnellate di legna, che diverranno 350 tonnellate di cenere, (come se in zona non ve ne fosse già abbastanza!) utilizzabile come ammendante in agricoltura. La domanda sorge spontanea: non sarebbe meglio utilizzarle tutte le 9000 tonnellate per creare fertilizzanti in agricoltura? Come si può sprecare una tale risorsa? Mai nessuno ha sentito parlare di compostaggio? Eppure i giovani di Sanvitoinrete ne hanno parlato abbastanza.
Abbiamo seri dubbi, che la “politica dirigente” abbia ascoltato il parere degli addetti ai lavori nel mondo agricolo. Con quello che costano i fertilizzanti oggi, possibile che a nessuno sia venuto in mente di suggerire: “perché distruggere e non invece, reimpiegare sotto forma di fertilizzanti questa enorme risorsa naturale?”.
Ed ancora, durante il funzionamento, l'impianto necessita, per il raffreddamento del condensatore di turbina, di oltre 1000 quintali di acqua al giorno, che sarà approvvigionata dalla falda sottostante.
In questo periodo, viste le abbondanti piogge, si potrebbe anche pensare che non sia un problema, se fosse possibile recuperarla tutta, ma in estate? E non andiamo tanto lontani, fino a qualche giorno addietro l'acqua veniva erogata in quantitativi ridotti, si parlava di economizzare, di non sprecare.
In questi giorni, il Presidente Vendola e l'assessore Introna, hanno inviato una lettera “Alle famiglie”, nella quale siamo invitati ad essere più attenti all'uso delle risorse idriche, spero non sia giunta solo a chi vi scrive.
A S. Vito invece, qualcuno ha deciso di …..........bruciarla!
I problemi che un simile impianto crea sul nostro territorio, come potete notare, sono indubbiamente tanti, probabilmente non sono stati valutati con professionalità in quello studio di impatto ambientale, che un argomento di tale importanza necessita.
Questi sono solo alcuni, degli argomenti che non ci vedono concordi con la decisione espressa nella delibera. Ve ne sono altri e li stiamo esaminando, ve ne renderemo conto al più presto.
Un grazie per la vostra attenzione, e alla prossima, per discutere di controlli, norme, disposizioni e per capire come direbbe Di Pietro: “Che ciazzecca, Castelluccio Valmaggiore (FG) nell'impianto di S. Vito dei Normanni?”
Alla prossima.
Circolo di base
Italia dei Valori- Di Pietro
Città di S. Vito dei Normanni
lunedì 5 gennaio 2009
Dossier Piazza Matteotti
Dopo le denuncie fatte giorni orsono relative alla situazione dei parchi “Caniglia” e “Papa Giovanni I” nonché del disastroso stato in cui versa il manto stradale dell’importante e trafficata arteria stradale costituita da via De Reggio comunemente detta via “BRINDISI”, i responsabili dell’Italia dei Valori si occupano delle altrettanto grottesche situazione in cui versano da anni alcune zone del centro cittadino.
In particolare ci riferiamo alla centralissima Piazza Matteotti o comunemente denominata “Piazza Stazione”, la quale presenta la seguente situazione:
- scarsa illuminazione della piazza, solo 5 punti luci, ed inadeguata, in quanto i punti luce, peraltro del tipo utilizzati per le strade e non per le piazze e viali alberati, sono molto alti e si trovano al di sopra degli alberi sempre verdi di cui è dotata la piazza, illuminando solo le fronde e creando ampi coni d’ombra al di sotto;
- le ampie zone d’ombra di cui sopra, nonostante la frequente vigilanza delle Forze dell’ordine, attraggono sia la microcriminalità, testimoniata da raggruppamento di persone poco visibili intenti in traffici per lo meno sospetti nei relativi angoli, sia il fenomeno dell’appartarsi delle coppiette in cerca di intimità, anche qui Francavilla è rara testimonianza di tali fenomeni nel centro cittadino;
- grottesco divieto di TRANSITO, FERMATA E SOSTA, previsto nei giorni festivi dalle 00.00-24.00 e feriali 21.00-24.00, con accesso consentito solo per residenti proprietari di garage e utilizzatori F.S.. Grottesca in quanto tale divieto, che trova un controllo ed un’applicazione a singhiozzo (la qual cosa provoca confusione), in quanto nei giorni feriali il divieto non viene imposto e nei festivi a momenti, prevede l’accesso ma non la fermata e la sosta agli utilizzatori delle linee F.S., quindi una persona che voglia aspettare e salutare la partenza/arrivo in treno di un parente e/o amico con bagagli al seguito rischia una multa. Ancor più grottesca è la discriminazione tra i residenti che hanno la fortuna di essere proprietari di una garage, ai quali viene concesso l’accesso, e i meno fortunati residenti che non hanno garage, quest’ultimi soggetti a grave disagio e a numerose multe non avendo alternative vicine per il parcheggio della loro autovettura, in quanto la piazza non ha strade intersecanti eccetto il viale anch’esso sottoposto ai medesimi divieti, come testimoniato da numerosi cittadini debitamente ascoltati. D’altro canto, bisogna ricordare che la piazza, sino ad oggi, purtroppo non presenta quelle specificità che la rendono fruibile dai cittadini per le passeggiate. Pertanto risulterebbe ottimo bacino per i parcheggi (anche se quest’ultimi necessiterebbero di una razionalizzazione in senso riduttivo per una migliore circolazione) durante i giorni festivi, stante i divieti lungo tutto il viale Lilla e via Roma;
- parcheggi confusionari e non ben razionalizzati come sopra detto, con le strisce poco visibili o inesistenti;
- pavimentazione con numerose buche inappropriata per una piazza;
- basi degli alberi prive delle opportune aiuole, con grave pericolo d’infortuni da parte dei cittadini, soprattutto dei più piccoli;
- marciapiedi senza i relativi ed idonei scivoli per carrozzine e passeggini, ma con pericolosi dislivelli tortuosi;
Grottesca situazione presenta, inoltre, uno degli angoli del viale Lilla con la via Q. Ennio, dove si trova una vera e propria selva di segnali stradali e pubblicitari che addirittura si accavallano, creando confusione e pericolo sia per gli automobilisti sia per i pedoni che sono costretti a fare delle scicane tra i relativi pali per poter passare attraverso un passaggio tortuoso ed addirittura più stretto delle relative strisce e quasi sempre completamente chiuso dalla solita macchina parcheggiata in divieto. Vi sono dei pannelli, installati provvisoriamente, a detta di funzionari del Comune, per la manifestazione “Città Estate”, oramai permanenti da molti anni (anche se l’estate è passata), adesso utilizzati come pannelli d’informazione del Comune che coprono il pannello che indica il nome della via, creando un pericoloso angolo acuto cieco, utilizzato non senza incidenti dai bambini. Si contano in meno di tre metri più di dieci pali in un angolo stradale più una transenna abbandonata durante tutta la settimana ed utilizzata nei giorni festivi quando sono operativi i divieti di cui sopra.
Queste sono solo alcune delle situazioni di questa zona, eredità delle fuggiasche e fallimentari amministrazioni precedenti, che mettiamo in evidenza e rimettiamo alla sensibilità della pur attenta ed apprezzata amministrazione commissariale e delle autorità competenti. Queste meritano una razionalizzazione, come il grottesco divieto che ricade su tali zone nei giorni festivi e la incredibile selva di segnali, ed interventi a basso costo, come l’installazione di punti luce più bassi e più numerosi, in considerazione dei disagi e dei pericoli che provocano ai cittadini residenti e non.
Sono queste le misure minime che chiediamo, anche se tale piazza richiederebbe interventi più impegnativi dal punto di vista economico che, ci rendiamo conto, mal si conciliano con la situazione finanziaria del Comune, anche questa eredità delle precedenti fallimentari amministrazioni.