(ANSA) - ROMA, 27 GEN - ''Nessuna intercettazione ma solo una gran massa di numeri dai quali non si evince nulla; non uno scandalo, ma un caso montato ad arte con il preciso scopo di giungere presto a una modifica della norma sulle intercettazioni. Ecco perche' sarebbe più sensato che tutta la documentazione acquisita fino ad oggi dal Copasir tornasse nelle mani della magistratura''. E' la valutazione del senatore dell'Idv Giuseppe Caforio, membro dello stesso Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, a proposito del cosiddetto archivio Genchi.
Si tratta della mega-banca dati formata dal consulente dell'ex sostituto procuratore di Catanzaro Luigi De Magistris: il COPASIR ha avviato l'esame dei documenti relativi ai tabulati telefonici dell'inchiesta Why Not e Poseidone, che la procura generale della Repubblica di Catanzaro ha inviato e dovrebbe continuare ad inviare (ma su questa ulteriore trasmissione di atti non ci sono certezze) anche nei prossimi giorni.
''Le intercettazioni - puntualizza l'esponente dell'Idv - sono uno strumento indispensabile alle indagini. E i magistrati devono essere messi in grado di continuare a fare il loro lavoro''.
Il problema, argomenta Caforio, è invece un altro: ''dal punto di vista istituzionale occorre chiedersi come si è potuti entrare nel sistema della comunicazioni. Ovvero: abbiamo dei servizi segreti che dovrebbero garantire la riservatezza. Ma se loro stessi entrano a far parte di questo calderone, che ci stanno a fare? E dunque c'è da chiedersi se in realtà non ci sia un disegno più sottile che ha come fine ultimo quello di tagliare definitivamente le gambe agli impianti investigativi''.
Ma in questi tabulati telefonici chi c'è? ''Oltre a Pollari di cui è stato detto ampiamente in questi giorni (quindi non violo nessun segreto) nessun altro di rilevante, una valanga di numeri telefonici e basta, nulla di piu'...'', risponde Caforio.
martedì 27 gennaio 2009
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