giovedì 29 gennaio 2009

La disinformatia

On. DI PIETRO:

Piazza Navona come Piazza Farnese, stesso film, stesso giornalismo, stessi titoli, stessi Tg, stessa politica, coriacei, immobili, e compatti contro la verità, l’informazione libera ed i cittadini. Quella piazza, convocata dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, ha urlato per difendere la giustizia, la democrazia.

Le parole di verità si chiamavano Marco Travaglio, Salvatore Borsellino, Carlo Vulpio, Sonia Alfano, Beppe Grillo, Pancho Pardi. Di loro, e delle loro parole, nessuna traccia questa mattina, se non in Rete.

Ai direttori della disinformazione è bastata una frase estrapolata dal mio discorso, per costruire la “loro notizia”, alla quale si sono aggiunte dichiarazioni bipartisan, o meglio “monopartisan” del mondo politico.
Casini “Di Pietro umilia l’opposizione”, Cesa e Cuffaro umiliano gli italiani.
Cicchitto “ Idv partito qualunquista e forcaiolo”, lo preferisco a truffatore e mafioso.
E a seguire, Fassino, Finocchiaro, Follini, fino all’ultimo usciere di palazzo Madama, in un'orgia di dichiarazioni deliranti, patetiche e false. Avessero intervistato anche Previti, Dell’Utri e Provenzano, sarebbe stato perfetto.

La realtà è che quella piazza ha difeso la democrazia, ha difeso Luigi De Magistris, Clementina Forleo, Luigi Apicella vittime della mafia anche loro, quella che sempre più si infiltra nelle istituzioni, quella che uccide senza pallottole, ma con la carta stampata ed i Tg, le nuove armi di distruzione di massa. Nessuno ha parlato della luna, tutti intenti a guardare il dito perché è vietato guardare la luna. La luna ha un nome, “Why not”, e parla di nove miliardi di finanziamenti europei che scompaiono nel nulla ogni anno in Calabria e che finiscono nelle tasche della criminalità organizzata e dei partiti politici. Linfa vitale della dittatura in cui siamo scivolati.

Lo striscione esposto a Piazza Farnese non offendeva il Presidente Napolitano, e nemmeno io l’ho fatto. Le decine di video pubblicati in Rete mi danno ragione. I cittadini mi danno ragione ed io do ragione a Beppe Grillo quando dice che “questo è un Paese da rifare”.

Grazie agli organizzatori, che non sono dell’Italia dei Valori, altra menzogna, ma dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato, dal palco, dalla piazza e dalla Rete.

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