Caro Marcello,
innanzitutto permettimi di rinnovarti gli auguri di buon lavoro per l’incarico che ti è stato affidato pur nelle complicate e tempestose vicende del P:D. locale. Ne hai bisogno!
In varie occasioni ho espresso,anche in maniera forte e forse non condivisa, perplessità e preoccupazioni per le sorti di un Partito che a livello Nazionale e locale non esprimeva quel ruolo di forza centrale nel panorama politico e soprattutto consideravo equivoca e forse pretenziosa la conclamata “vocazione maggioritaria” che oggi parrebbe finalmente e escludere qualsiasi volontà di “autosufficienza”.
Tale vocazione,evidentemente, tende a ridisegnare e riaffermare il ruolo di un partito che sappia interpretare e fare sintesi alta di quanto emerge di positivo nella società complessivamente intesa offrendo risposte e strategie utili a perseguire il bene collettivo e non gli interessi di singoli o di corporazioni.
Si tratta,in buona sostanza e nelle odierne temperie culturali e sociali, di creare le basi di un’alternativa al modello culturale e politico oggi ancor più caratterizzato dal padrone unico del Centro destra e da un non più strisciante berlusconismo il cui virus ha gravemente “inquinato” anche le idealità di tanti elettori di centro sinistra avevano posto a base del consenso offerto.
E qui si pone il problema delle alleanze che,a mio parere, non può prescindere dall’esperienza di questi anni i cui errori comuni non possono indurre ad un’archiviazione indiscriminata.
Il partito Democratico,proprio in virtù del suo radicamento nella più nobile esperienza storico-culturale ispirata dalla Costituzione e dalla Resistenza, non può venir meno al ruolo storico di accompagnare e associare alla “cultura di governo” anche forze e movimenti spesso volgarmente definiti “estremisti” o “radicali”, processo allo stato non pienamente definito quanto meno nei metodi e nei contenuti al cui esito evidentemente ciascuna forza e movimento politico dovrà trarre le dovute e convinte conclusioni.
In questi anni ad onor del vero,nella insufficienza dei richiamati percorsi politici e programmatici, si è proceduto per composizione e scomposizione in vista di appuntamenti elettorali (vd. Dini, Mastella, sinistra, Popolari poi Popolari e Asinello e quindi Margherita per finire ai Democratici con le evidenti discrasie fra parti di ex Margherita ed ax D.S.).
Sarebbe uno smacco e sicuramente devastante per tante esperienze amministrative di centrosinistra in corso rinunciare a tale compito. Ciò tanto più rispetto a chi,non certamente in ossequio ai principi e valori della Costituzione, ha messo insieme forze ex fasciste e xenofobe.
Oggi compare la sirena di operazioni di natura centrista all’insegna sempre dell’improvvisazione o dell’emergenza.
Ma se è vero quanto si afferma, e nel vivere quotidiano ne abbiamo prova, circa la drammaticità della crisi economica che pare ancora non aver manifestato i suoi più tragici effetti, allora è il momento di assumerci le responsabilità del caso.
Francavilla in questi anni sappiamo come è stata governata e da chi, nessuno escluso pur con tutti gli sforzi odierni di porsi in secondo piano al solo scopo di favorire operazioni discutibili.
Conosciamo le conseguenze quasi letali di questa lunga gestione per l’immagine della Città e per il suo tessuto economico e produttivo a cui non sono stati estranei i silenzi e le complicità di autorevoli rappresentanti dell’imprenditoria locale.
Ai cittadini occorre rappresentare le responsabilità del degrado e come si intende uscire da tale situazione garantendo con messaggi e segnali concreti che l’alternativa che si vuole offrire è possibile perché,sconfiggendo un refrain molto in voga e spesso alibi per votare sempre gli stessi, non tutti si è uguali.
Il centrosinistra,per le ragioni che ben conosciamo, ha commesso errori e dimostrato spesso divisioni ideologiche e rivalità il più delle volte di natura personale.
Per quanto mi riguarda al momento, leggendo sia le tue dichiarazioni di intenti come anche il documento dei cosiddetti “dissidenti”, pare essere maturata la volontà di ripartire con la coalizione di centrosinistra per offrire alla città una possibile alternativa e,ove vi siano le condizioni, allargare la coalizione a quanti condividono effettivamente la volontà di cambiamento che sarebbe vanificata, guidati dal solo principio del vincere ad ogni costo, da alleanze innaturali, contraddittorieedall’insegna diun falsonuovismo.
Mi riferisco alle eccitazioni da qualcuno palesate di accordi con il Senatore Curto e magari con qualche imprenditore la cui azione in vari campi suscita simpatia ed anche “invidia sociale” e che sino a qualche giorni fa,legittimamente, ha rappresentato esigenze e strategie assolutamente alternative ed incompatibili rispetto al Centrosinistra (vd. esperienza Giunta presieduta dal Notaio Michele Errico pur censurabile sotto alcuni profili di rappresentatività e di gestione).
Dire no ad alleanze prive di ragioni fondanti e convincenti non significa favorire il P.D.L. i cui rappresentanti non possono esibire meriti in materia di buona amministrazione né tanto meno concedere, senza alcun titolo di merito, ad un qualche autorevole rappresentante locale del PDL il diritto di esibirsi quale cultore e difensore della legalità e della trasparenza o addirittura riconoscergli funzioni di contrasto all’affarismo.
Il pragmatismo, l’eccesso di realpolitik, la volontà di competere con meri cartelli elettorali composti da forze e personalità di diversa estrazione e volontà hanno pesantemente delegittimato la migliore cultura e tradizione di centrosinistra venendo meno la consapevolezza che le alleanze sono frutto di processi culturali e politici di non breve termine.
Tutto ciò dovrebbe indurre il centro sinistra a riguadagnare faticosamente ma con nuovo entusiasmo il rapporto con i singoli cittadini, con l’associazionismo vitale e produttivo di effettiva partecipazione, con il mondo del lavoro, dei precari e dei senza lavoro, con i professionisti consapevoli dell’emergenza e per tali ragioni pronti ad offrire la loro immagine, con interi quartieri abbisognevoli non di promesse ma di concreti interventi e di attenzione costante.
A questo punto ti sottopongo,quale elettore anche del P.D. nelle ultime elezioni politiche, alcune domande che spero siano valutate nel senso dovuto da chi ha a cuore le sorti del P.D..
In queste ore frenetiche e sull’onda della candidatura del Presidente di Confindustria,Massimo Ferrarese, si rincorrono voci di possibili convergenze anche del PD con inevitabili e comprensibili riflessi anche per il nostro territorio.
Questa iniziativa da quale percorso, confronto ed esigenze politico-culturali nasce?
Dove starebbe “la vocazione maggioritaria” del Partito laddove ci si consegna mani e piedi ai fautori di un terzo Polo che non intende scegliere e schierarsi?
Quale dignità mostra di avere un Partito che, si limita ad esternare una mera funzione di asservimento a faide e rivalità interne al centrodestra (Curto e Poli Bortone contro PDL, Ferrarese contro Vitali). Proprio così:allo stato emerge solo la volontà di carrierismo o accattonaggio e cinismo politico di un qualche soggetto interno ed esterno al Partito.
Quale sarebbe,in quel che sta avvenendo dietro le quinte, il confine tra la politica nobile e la perseverante logica del sopravvivere da parte di alcuni?
E da ultimo: riterresti logico e coerente per il PD privilegiare i mugugni degli industriali rispetto ai drammi che vivono lavoratori, precari e giovani a rischio “futuro” assegnando ai primi,proprio in questo momento, incarichi di rilievo ai fini della rappresentanza politica in una Istituzione democratica quale è la Provincia? Ciò pur a fronte di dichiarazioni del candidato Ferrarese di spogliarsi delle vesti sin qui rivestite per abbaracciarel’universo mondo!
Tanto sentivo di rappresentarti pubblicamente perchè i cittadini siano resi edotti ed informati di quanto pare stia avvenendo.
In attesa di riscontro,ti saluta cordialmente un cittadino senza aspirazioni di carriera politica né fautore di tutele di interessi privati ma pronto a contrastare la definitiva morte della Politica.
Mario Filomeno