martedì 3 febbraio 2009

Antonio Di Pietro: L'umiliazione della Costituzione

L’iscrizione al registro degli indagati da parte della Procura di Roma è un atto dovuto, come ha precisato lo stesso Pm procedente, per la denuncia “con mandante” presentata dall'avvocato Dominioni.

Oreste Dominioni, ricordo ai giornali che non vogliono scriverlo, è sì Presidente dell'Unione delle Camere Penali ma anche legale della famiglia Berlusconi (e di Marcello Dell’Utri secondo un articolo de l’Unità di oggi)

D’altro canto la Procura sarà altrettanto tenuta, al momento opportuno, ad iscrivere nel registro degli indagati anche il nome di Dominioni e di chi, insieme a lui, mi ha calunniato sulla falsa presupposizione che io abbia offeso il Capo dello Stato.

Come ho specificato nell’articolo di sabato ("Il kamikaze Dominioni"), affidarsi a ricostruzioni giornalistiche sommarie, piuttosto che accertare prima quel che è successo realmente, così come ha fatto Dominioni, è una grave leggerezza che può costare caro, sul piano penale, a chi l’ha formulata.

Porterò al Procuratore della Repubblica la registrazione integrale dell’evento in Piazza Farnese (guarda il mio intervento su You tube) e chiamerò a testimoniare le migliaia di persone che, in piazza o attraverso la diretta streaming, hanno ascoltato il mio intervento. Dominioni non potrà portare altro che stralci di giornale e ritagli d’agenzie faziose e omissive, visto che ha ignorato, come prove, le decine di video di quella giornata.

La verità è molto più banale: Dominioni non intende perseguire un fine di giustizia, ma soltanto fare un favore ai propri clienti, uno in particolare.

Dominioni, per altro, con questa denuncia riconosce come carta straccia il diritto di libera manifestazione del pensiero e di critica sancito dall’articolo 21 della nostra Costituzione.

Questa causa legale è in realtà un momento fondamentale per riaffermare la possibilità dei cittadini, in questo Paese, di poter ancora criticare liberamente l’operato di chiunque, anche del Capo dello Stato.

Il tentativo dei mandanti della denuncia è chiaramente quello di umiliare nuovamente la nostra Costituzione (come è stato già fatto con il Lodo Alfano, le intercettazioni e la miriade di leggi ad personam emanate sotto il governo Berlusconi IV), un precedente assai pericoloso che differenzia una democrazia occidentale (quella italiana è agonizzante, ma ancora viva) da una torbida dittatura sudamericana.

Invito tutti, sostenitori, i partecipanti e le organizzazioni di Piazza Farnese a promuovere e dare visibilità a questa causa in Rete aderendo anche al gruppo di Facebook “Ero a Piazza Farnese e la penso come Antonio Di Pietro: denunciate anche me”.

Vi terrò aggiornati sull’evoluzione di questo processo dal blog esattamente come ho fatto per quelli di Mills e Bassolino.

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